
Le
Tariffe forensi, assolte dalle Pronunce della Corte di Giustizia
Europea che, considerandole non lesive della concorrenza, ne ha
garantito la piena vigenza fino all’Agosto 2012, quando l’entrata in
vigore del D.M.140/2012 ne ha sancito il definitivo superamento.
La
Corte di Giustizia Europea si è espressa sempre a difesa del sistema
tariffario Forense italiano, giudicato espressamente non lesivo dei
principi di concorrenza tra gli Stati. Dalla ormai storica sentenza
Arduino del 19 Febbraio 2002, fino alle pronunce più recenti, il Ceto
Forense era stato più volte rassicurato in merito all’inderogabilità
delle Tariffe emanate sulla base di un Decreto Ministeriale, che ne
garantiva la matrice, per così dire “statuale” di formazione. In
definitiva, le tariffe minime obbligatorie non costituivano
intese restrittive della concorrenza tra associazioni di imprese (quali
in ipotesi sarebbero gli ordini), in quanto il provvedimento non è di
loro competenza, ma compete direttamente (ed è dunque imputato) allo
Stato. L’entrata in vigore del D.M.140/2012 se, da un lato,
sembra inequivocabilmente segnare il superamento del sistema Tariffario,
dall’altro, seppure non espressamente, ne potrebbe consentire
l’ingresso, sotto altre forme. Se infatti i parametri forniti dal
Decreto sui Compensi Professionali sono di tipo onnicomprensivo, senza
alcuna distinzione, al proprio interno, tra diritti, spese ed onorari,
tuttavia, alcune “voci”(accesso all’ufficio, pagamento del contributo
unificato) di cui all’ art. 11 D.M.140/12, sembrano ricadere all’interno
di quei “Diritti” previsti dalle abrogate Tariffe Forensi. In tali
casi, le medesime potrebbero essere reintrodotte quali parametri ed usi
ex art.2233 C.C.. e ciò esclusivamente ai fini di una più precisa
determinazione delle singole voci previste, tenuto conto del valore
della controversia, nonché delle fasce ricomprese dall’Allegato A del
D.M. 20.07.2012, n.140. Ciò potrebbe comportare una reintroduzione
surrettizia delle Tariffe, con particolare riguardo ai Diritti.”Ubi lex voluit dixit…”
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